La RESILIENZA è la capacità di restare motivati nel perseguire i propri obiettivi, superando ostacoli e difficoltà, resistendo allo stress.
Molto probabile che il termine possa derivare dall' antico verso "RESALIO", che indicava l' atto di risalire su un' imbarcazione rovesciata.
Una persona resiliente è qualcuno che crede fortemente nei propri obiettivi ed è disposto a mettere in campo tutte le sue forze pur di raggiungerli, sfidando e superando avverzità e imprevisti.
La resilienza è un atteggiamento positivo che ci fa leggere gli eventi negativi come momentanei e superabili, ci fa credere nella nostra capacità di controllo sui fattori esterni, ci fa vedere le difficoltà come sfide, non ci fa perdere la speranza.
E' una dote naturale che abbiamo in noi, ma che purtroppo la nostra società tende a soffocare, e così preferiamo non prenderci fino in fondo le responsabilità, lamentarci e cercare la strada più semplice.
Siamo gli unici organismi viventi che nei confronti degli stimoli esterni hanno una terza opzione oltre all' adattarsi o morire: LAMENTARSI.
Possiamo diventare molto più resilienti di quanto crediamo e in questo la danza e lo sport sono il miglior contesto in cui allenarci, in cui sperimentare lo spirito di sacrificio abbinato alla fiducia nelle nostre capacità.
La danza è una metafora della vita, in cui l'atteggiamento mentale conta quanto quello fisico.
La convinzione di poter ottenere un risultato ci fa abbassare la barrire mentale che ci separa dal raggiungimento dell' obiettivo e apre le porte all'impegno. Non basta essere convinti di potercela fare, occorre impegnarsi anima e corpo per arrivare alla meta, bisogna far scattare in noi la presa di responsabilità. Nello mondo della danza e dello sport, le persone resilienti sono coloro che attribuiscono il proprio successo all' impegno; il fallimento arriva invece quando non ci siamo impegnati abbastanza.
I risultati si ottengono con sacrificio e sforzo quotidiano.
La frustrazione deriva dalla delusione delle aspettative e purtroppo il nostro ambiente certe volte ci mette di fronte a modelli elevati di perfezione. Le aspettative che si creano sono sempre molto alte e irrealistiche, come se per magia avessimo il diritto di diventare famosi e vincenti, ma senza troppa fatica.
Essere realisti: sapere bene che andremo incontro a fallimenti, che faremo fatica, che probabilmente arriveremo stremati alla fine della gara. Le aspettative influenzano anche la percezione della fatica: se mi aspetto di arrivare fresco e in forma alla fine di una gara per esempio, la fatica percepita sarà ancora più intensa poiché inaspettata.
La frustrazione è negativa solo se eccessiva e troppo prolungata, in tutti glia altri casi è buona, perché è come un motore che ci spinge a cambiare strategia, trovare nuove soluzioni e migliorarci.
" E' sperare la cosa più difficile. La cosa più facile è disperare, ed è la grande tentazione" Charles Péguy
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Emanuele
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